L'Arte di restaurare l'arte

PROGETTI DI RESTAURO

> Restauro dipinti su tela e tavola

> Restauro dipinti su tela e tavola

Tavola lignea sec. XV, intervento di pulitura e consolidamento della pellicola pittorica, la quuale si presentava compromessa da una diffusa crettatura e poco leggibile. 
Il consolidamento e la pulitura, mediante solventi idonei, hanno ridato compatezza e solidita’ al colre e la fitta rete di microfessure (“cretto”), e’ stata alleggerita mediante microstuccature eseguite con gesso e colla di coniglio. Una  reintegrazione pittorica mediante colori a vernice per restauro in prossimità delle stuccature e la verniciatura finale hanno terminato l’intervento.

> Restauro statue lignee policrome

> Restauro statue lignee policrome

Per queste statue lignee policrome sono state innanzitutto esaminate le condizioni di degrado della parte lignea, e individuato il tipo di legno usato e la sua compattezza.
In questo caso, la materia era soggetta ad un degrado dovuto da un attacco di insetti xilofagi (tarli) che la indebolivano e la rendevano porosa, non garantendo più alla pellicola pittorica un buon supporto.
Come primo intervento e’ stata fatta quindi una disinfestazione sottovuoto (chiudendo le statue con appositi nylon sigillati) per creare come delle piccole camere a “gas”, questa tecnica agisce come veleno e uccide gli insetti xilofagi annidati all’interno della materia lignea.
Si è proceduto con il consolidamento della materia lignea mediante micro iniezioni e/o imbibizione di consolidante disciolto in solvente dato a pennello in percentuali idonee.
Terminata la disinfestazione e il consolidamento della materia lignea è stato eseguito un consolidamento della pellicola pittorica mediante colle diluite ed alla pulitura della superficie dipinta mediante solventi idonei.
In questo caso specifico le parti mancanti di pellicola pittorica non sono state reintegrate con colori a vernice, ma si e’ optato per tenere a vista le parti lignee sottostanti.
E’ stato eseguito quindi un intervento più che altro conservativo. Una protezione finale data a pennello ha terminato l’intervento.

> Restauro facciate di Chiese e Palazzi d’epoca, (stucchirpietre, decorazioni)

> Restauro facciate di Chiese e Palazzi d’epoca, (stucchirpietre, decorazioni)

Quando,come in questo caso, (restauro della facciata in pietra e stucco della Chiesa di S. Filippo Neri Via M.Vittoria a Torino) gli interventi devono affrontare superfici grandi come facciate di Chiese o Palazzi storici, il tipo di intervento diventa piu’ complesso e richiede uno studio piu’ approfondito in quanto quasi sempre si hanno diversi materiali costitutivi (pietra, stucco, intonaco, etc…) e l’equilibrio generale dell’opera è dato dal sapere leggere l’insieme dei particolari che ne fanno parte.
Per ogni tipo di materiale costitutivo andranno effettuate indagini per valutare lo stato di “degrado”. Solo dopo una buona analisi iniziale si può pianificare un corretto intervento. 
Le indagini sono chimiche, stratigrafiche ed inoltre analisi diagnostiche e indagini fotografiche,per valutare lo stato conservativo dei singoli materiali costitutivi (gesso, colle animali, leganti, intonaci quindi le calci usate e gli inerti presenti, la granulometria delle stesse, gli eventuali pigmenti usati in caso di affreschi, il legante usato, etc etc…). Le indagini quindi vengono fatte anche per poter stabilire quali prodotti e /o sostanze possono venir usati nel corso del restauro, che saranno il più compatibile , il più reversibile e il meno invasivo nei confronti dell’opera.

> Restauro Affreschi

> Restauro Affreschi

La tecnica dell’affresco è molto antica, l’artista dipingeva con pigmenti stemperati in acqua sull’intonaco fresco. Una volta che nell’intonaco si sia completato il processo di  “Carbonatazione” o carbonatazione, il colore ne sarà completamente inglobato, acquistando così particolare resistenza all’acqua e al tempo.

Nel tempo l’affresco può deteriorarsi , sono molteplici le cause che possono mettere a rischio lo stato conservativo di un affresco, possono essere causate da agenti atmosferici esterni oppure anche da interventi non corretti effettuati dall’uomo in passato.

Ad esempio: infiltrazioni di umidità, sporco superficiale e deposito di sostanze organiche, interventi di antichi restauri non corretti o alterati.

Molti i casi in cui un affresco si può trovare completamente ricoperto, o da altre decorazioni più recenti (cambiamenti di gusto o riadattamenti dei locali dipinti), o semplicemente igienici (stendevano una o due mani di tinta a calce ed è stata una tecnica usata molto in passato per disinfettare  Palazzi,chiese,volte ai tempi della peste).

Per il restauro di tutti i dipinti murali sono fondamentali preventive analisi storiche e diagnostiche che permettono di individuare la tecnica utilizzata e lo stato di degrado. Solo in questa maniera sarà possibile progettare e realizzare l’intervento conservativo più adatto.

Il ciclo di lavoro base prevede la pulitura ,il consolidamento della pellicola pittorica, il consolidamento dell’intonaco se degradato e la reintegrazione pittorica che si realizza spesso a rigatino , tecnica che permette di evidenziare sempre l’intervento di restauro rispetto alla pittura originale.

La scelta del metodo di pulitura dipende dalle problematiche che si incontrano nell’opera in esame, e si differenzia in pulitura a secco, a tampone o ad impacco.

Il Consolidamento, mediante imbibizione di materiali idonei disciolti in acqua o solvente, le stuccature sempre e solo con malte naturali a base di calce ed inerti , scelte in base allo studio dell’intonaco originale da restaurare.

La ricostruzione pittorica si effettua soprattutto in prossimità delle piccolissime mancanze facilmente ricucibili e leggibili, per le grandi mancanze  il tipo di ritocco è molto conservativo ossia si effettuano stesure di colore “neutro” sempre con la tecnica del rigatino, in questo modo le lacune vengono abbassate come tono cromatico , avvicinandosi al tono cromatico dell’insieme ma senza ricostruire, definire e/o “reinterpretare” qualcosa che non c’è più, nel rispetto dell’opera stessa.

Il nostro intervento sull’opera d’arte, dopo aver individuato il tipo e le cause del degrado, consiste innanzitutto nella pulitura nel consolidamento e cerchiamo sempre la reversibilità dei materiali.

Quando come nel cantiere riportato qui a fianco (ex convento delle Carmelitane scalze ora sede dell’Università degli Studi di torino ) si incontrano pitture murali di ottima fattura ricoperte da uno o più strati di bianco di calce e venute alla luce a seguito di alcuni tasselli di pulitura eseguita a secco tramite bisturi, la rimozione di questo strato è un’operazione molto delicata e lunga (chiamata appunto discialbo) , ma permette di riportare alla luce molte pitture nascoste come in questo caso.