
> Restauro Affreschi
- February 20th, 2014
- restarart
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La tecnica dell’affresco è molto antica, l’artista dipingeva con pigmenti stemperati in acqua sull’intonaco fresco. Una volta che nell’intonaco si sia completato il processo di “Carbonatazione” o carbonatazione, il colore ne sarà completamente inglobato, acquistando così particolare resistenza all’acqua e al tempo.
Nel tempo l’affresco può deteriorarsi , sono molteplici le cause che possono mettere a rischio lo stato conservativo di un affresco, possono essere causate da agenti atmosferici esterni oppure anche da interventi non corretti effettuati dall’uomo in passato.
Ad esempio: infiltrazioni di umidità, sporco superficiale e deposito di sostanze organiche, interventi di antichi restauri non corretti o alterati.
Molti i casi in cui un affresco si può trovare completamente ricoperto, o da altre decorazioni più recenti (cambiamenti di gusto o riadattamenti dei locali dipinti), o semplicemente igienici (stendevano una o due mani di tinta a calce ed è stata una tecnica usata molto in passato per disinfettare Palazzi,chiese,volte ai tempi della peste).
Per il restauro di tutti i dipinti murali sono fondamentali preventive analisi storiche e diagnostiche che permettono di individuare la tecnica utilizzata e lo stato di degrado. Solo in questa maniera sarà possibile progettare e realizzare l’intervento conservativo più adatto.
Il ciclo di lavoro base prevede la pulitura ,il consolidamento della pellicola pittorica, il consolidamento dell’intonaco se degradato e la reintegrazione pittorica che si realizza spesso a rigatino , tecnica che permette di evidenziare sempre l’intervento di restauro rispetto alla pittura originale.
La scelta del metodo di pulitura dipende dalle problematiche che si incontrano nell’opera in esame, e si differenzia in pulitura a secco, a tampone o ad impacco.
Il Consolidamento, mediante imbibizione di materiali idonei disciolti in acqua o solvente, le stuccature sempre e solo con malte naturali a base di calce ed inerti , scelte in base allo studio dell’intonaco originale da restaurare.
La ricostruzione pittorica si effettua soprattutto in prossimità delle piccolissime mancanze facilmente ricucibili e leggibili, per le grandi mancanze il tipo di ritocco è molto conservativo ossia si effettuano stesure di colore “neutro” sempre con la tecnica del rigatino, in questo modo le lacune vengono abbassate come tono cromatico , avvicinandosi al tono cromatico dell’insieme ma senza ricostruire, definire e/o “reinterpretare” qualcosa che non c’è più, nel rispetto dell’opera stessa.
Il nostro intervento sull’opera d’arte, dopo aver individuato il tipo e le cause del degrado, consiste innanzitutto nella pulitura nel consolidamento e cerchiamo sempre la reversibilità dei materiali.
Quando come nel cantiere riportato qui a fianco (ex convento delle Carmelitane scalze ora sede dell’Università degli Studi di torino ) si incontrano pitture murali di ottima fattura ricoperte da uno o più strati di bianco di calce e venute alla luce a seguito di alcuni tasselli di pulitura eseguita a secco tramite bisturi, la rimozione di questo strato è un’operazione molto delicata e lunga (chiamata appunto discialbo) , ma permette di riportare alla luce molte pitture nascoste come in questo caso.